Arflex
mobili contemporanei (1949)
Arflex è un'azienda italiana che produce e vende mobili contemporanei, nata nel 1950, in un piccolo stabilimento a Milano Corso di Porta Vittoria.
Nel 1949 un gruppo di ricercatori e imprenditori che aveva cominciato a lavorare su due nuovi materiali, presenta nuovi materiali e nuove tecniche di lavorazione a Marco Zanuso. Viste le nuove possibilità delle imbottiture di gommapiuma e il nastro elastico realizzato da Pirelli, valutato l'enorme potenziale pel l'applicazione negli arredi di interni, Zanuso avvia un programma sperimentale fino al 1950.
Nasce così Arflex, che viene presentata al pubblico per la prima volta nel 1951, alla IX Triennale di Milano.
L'azienda votata alla sperimentazione, anche se attenta agli aspetti commerciali, testimonia la volontà di creare prodotti ad alto contenuto tecnologico ed estetico, sulla base di una attenta ricerca.
La medaglia d'oro alla IX Triennale della poltrona Lady di Marco Zanuso, è il riconoscimento di questa filosofia costruttiva di Arflex, innovativo e d'avanguardia.
Da un lato abbiamo un contributo metodologicamente esemplare da uno dei protagonisti dell'architettura italiana, e dall'altro l'impegno di un produttore alleggerito dalle abitudini radicate di produzione su scala artigianale.
Tra il 1951 e il 1954 Arflex produzione alcuni modelli di sedili per auto disegnati da Carlo Barassi. Possono essere inseriti nel veicolo invece di quelli standard offrendo un miglior comfort grazie all'uso di gommapiuma e nastro elastico.
Arflex, realizza i sedili "Millemiglia" e il "Sedile Lettino", che può essere trasformato in un letto di fortuna. Entrambi sono stati progettati per la Fiat Topolino.
Marco Zanuso è diventato un simbolo della cultura del progetto in Italia del dopoguerra, una generazione di progettisti il ​​cui impegno sociale è stato sviluppato dall'eredità ideologica del Movimento Moderno.
L'attenzione di Arflex è costantemente diretta alla sperimentazione culturale, riuscendo a imporre prodotti nuovi, tecnologici, all'epoca del tutto inconsueti, consentono di allargare la produzione ai mobili per ufficio o per ambienti pubblici oltre che a quelli per la casa:
poltrona Lady (Zanuso 1951, Medaglia d’Oro alla IX Triennale)
divano Sleep-o-matic (Zanuso 1951 Medaglia d’Oro alla X Triennale)
poltrona Martingala (Zanuso 1952 primo esempio di dressing design)
poltrona Fiorenza (Franco Albini, 1952)
poltrona Fourline (Zanuso 1964, Medaglia d'Oro alla XIII Triennale)
sedia Lucania (De Carlo 1954)
poltrona Delfino (Carboni primi esperimenti di animal-design)
sedie Elettra e Neptunia (1953 e '54) dello studio BBPR
seduta Hall (Manghi, 1958)
mobili direzionali di Roberto Manghi 1961
Dal 1950 al 1960 coinvolge nelle sue ricerche gli architetti che negli anni del dopoguerra avevano alimentato il dibattito sulla ridefinizione del Movimento Moderno nel design e nell’architettura: BBPR, Albini, Zanuso, De Carlo, fratelli Castiglioni.
Fra il 1955 e il 1960 inizia la sua diffusione sui mercati esteri con la creazione di società consociate per la fabbricazione e la vendita, Benelux, Francia, Svizzera e Spagna.
La rosa dei designer collaboratori si amplia negli anni, includendo componenti diverse del design italiano e progettisti delle nuove generazioni; basti citare Carlo Bartoli, Maurizio Calzavara, Joe Colombo, Sergio Mazza fino a Cini Boeri.
Molto innovativi, sul piano tecnologico quanto su quello formale, sono i prodotti a partire dalla metà degli anni '60:
Gaia (Bartoli, 1965) poltroncina in resine poliesteri e fibra di vetro
Bobo (Boeri, 1967) prima seduta monoblocco in schiuma poliuretanica
Serpentone (Boeri, 1971) divano rivoluzionario in poliuretano
Strips (Boeri 1972 Compasso d’Oro nel 1979) come sacchi a pelo in cui infilarsi
Mentre si allarga la collaborazione con architetti e designers, arflex verso la fine degli anni ’60 da vita ad altre consociate: Arflex Japan risale al 1969, Arflex du Brasil nel 1970, una specie di Arflex-look che si verificherà qualche anno più tardi in tutto il mondo.
Nel 1969 viene costruito un nuovo stabilimento a Limbiate e si rinnovano gli show-room, da quello di Roma a quello storico in Via Borgogna a Milano.
Nel 1966 Arflex insieme a Cassina, Tecno e Bernini fondano la rivista Ottagono, la quale divenne negli anni una delle principali riviste di architettura.
Negli anni ’80 Arflex sotto una nuova proprietà continua a mantenere il suo impegno di collaborazione con architetti, da Luca Meda, Michele De Lucchi, Anna Castelli Ferrieri, Paolo Nava a Fabrizio Ballardini (divano Ribalta 1993 premiato a Colonia premio Top Ten), ad architetti stranieri come: Oscar Tusquets, Burkhard Vogtherr, Isao Hosoe.
Nel 1995 il marchio viene ceduto alla seven salotti spa la quale riapre lo show-room in Corso Europa a Milano (curato da Pierluigi Cerri 2001) e rimette in produzione una serie di prodotti dell’archivio storico non per una semplice riedizione, ma per la linea ancora modernissima, la funzionalità, la loro sorprendente attualità e la loro unicità.
La nuova proprietà continua la collaborazione con architetti di livello internazionale: Studio Cerri, Studio Sottsass, Michele De Lucchi, Isao Hosoe (Dune, 1995 The Design Distinction Award), Hannes Wettstein (Spline premio International Design Award 2002), Prospero Rasulo, Carlo Colombo, Christophe Pillet, Vincent Van Duysen, Cini Boeri, Carlo Ferrando, Mauro Lipparini, Burkhard Vogtherr, riprende anche la collaborazione con giovani designer come Monica Graffeo producendo sedia Mints (premio Young&Design 2004).
Arflex riprende la ‘sperimentazione-ricerca’ creata da Zanuso-arflex nel 1950 dove la forma dell’oggetto è data dai materiali e dalle tecnologie utilizzate, ne sono un esempio il tavolo di Stefano Gallizioli del 2002, la cui forma è vincolata da una tecnologia innovativa brevettata per la produzione e l’assemblaggio del piano o come le sedute per aeroporti di Mangiarotti del 1998 dove la base in marmo veniva ricavata con una nuova tecnologia di taglio. Questi prodotti rimasero solo dei prototipi, invece vengono messe in produzione le mensole Live disegnate da Giuseppe Vigano 2004 il quale adattò la forma della mensola al brevetto di utilità inventato dall’azienda.
Non solo prodotti e sperimentazioni ma viene ripreso l’impegno nella diffusione della cultura, percorso tracciato nel 1960 con Domus e Gio Ponti (primo concorso Internazionale di Design), dando vita ad una serie di operazioni culturali, realizzando tra l'altro due libri:‘Tempi Moderni‘ nel 1997 di Franco Mirenzi e il ‘Design dei Tempi Moderni’ nel 2004 sempre di Franco Mirenzi il cui contenuto riguarda la ricerca, foto inedite e gli esperimenti condotti da Arflex e Zanuso sui prodotti che hanno fatto la storia del design italiano.
Nel 2007 in occasione dei suoi 60 anni Arflex ha presentato in mostra, il suo archivio storico rendendolo visibile per la prima volta al pubblico (oltre 42.000 visitatori).
Arflex ha sempre curato in modo particolare marketing e comunicazione con attività promozionali, con le vetrine del suo showroom, le campagne pubblicitarie e i cataloghi.
Le vetrine dello showroom costituiscono da sempre per Arflex il primo e diretto contatto tra la produzione e il pubblico, vetrina non tanto come mezzo di presentazione dei nuovi modelli ma come spazio nel quale gli oggetti vengono collocati fuori dal contesto abituale, dalle vetrine di Daniela Usellini a quelle curate da Pierluigi Cerri, Hannes Wettstein a Carlo Colombo.
La campagna pubblicitaria Arflex si è sempre sviluppata su due binari: quello relativo alla pubblicità di vendita e quello della propaganda di prestigio. Un esempio ne sono le campagne pubblicitarie di Giancarlo Iliprandi in passato o quelle di Franco Mirenzi, Francesco Messina, Pierluigi Cerri e Carlo Colombo oggi.