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Museo Nazionale dell'Automobile

storia ed evoluzione dell'automobile

La raccolta unica del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino racchiude veri e propri tesori degli ultimi due secoli di storia di oltre 80 marche diverse provenienti da 8 paesi.

La collezione del Museo dell’Automobile di Torino è costituita da circa 200 vetture di 85 marche provenienti da 8 paesi del mondo: Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e Stati Uniti.

La storia dell’automobile non è soltanto la storia di un mezzo di trasporto ma, attraverso di essa, passano gli eventi e le cronache di intere nazioni, passano i grandi avvenimenti dell’Europa del ‘900 e passano soprattutto le trasformazioni della società e della cultura dei popoli.

Cosa sarebbe il Futurismo senza il suo simbolo di progresso e di modernità? Un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia si legge nel manifesto del movimento. E ancora, come non considerare la grande accelerazione al diffondersi del motore a scoppio avvenuta con la prima guerra mondiale? E come ignorare il pulmino Volkswagen divenuto universalmente simbolo di libertà e spregiudicatezza dei “figli dei fiori” degli anni ’60 e ‘70?

L’indissolubile legame che unisce la storia dell’automobile a quella della nostra società e della nostra cultura è rappresentata all’interno del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino attraverso le 30 sezioni in cui sono articolati i 9.000 mq di spazio espositivo, una suddivisione in sale che permette di definire con esattezza tematiche e periodi storici precisi, fornendo al visitatore un chiaro percorso narrativo, espresso con titoli e ambientazioni suggestive, dagli albori ai giorni nostri.

Si tratta di un vero museo nazionale ed internazionale che vanta una tra le collezioni più rare e prestigiose in questo settore. Tra i pezzi più preziosi si possono annoverare:
la “vettura a vapore” progettata da Virginio Bordino nel 1854;
il primo modello Benz del 1893 con il cambio di velocità a cinghie;
il primo modello Peugeot a circolare in Italia del 1892;
la Bernardi 3,5 CV del 1896, prima auto a tre ruote costruita in Italia;
la Fiat 4 HP del 1899, il modello d’esordio della casa torinese;
la Fiat 12/16 HP, prima auto della casa torinese ad essere esportata;
la Florentia del 1903, unico esemplare tuttora esistente di questa marca;
l’Oldsmobile Curved Dash del 1904, primo veicolo con caratteristiche utilitarie;
l’Itala del 1909 appartenuta alla Regina Margherita e da lei battezzata “Palombella”;
la Renault Fiacre 1910, il taxi che portò i soldati francesi al fronte sulla Marna salvando Parigi dall’invasione tedesca;
l’Isotta Fraschini 8A, vettura di gran lusso acquistata da Rodolfo Valentino e utilizzata nel 1950 per le riprese del film «Il viale del tramonto»;
la Cisitalia 202 del 1948, la “scultura semovente” che segnò un'epoca, tantoché un esemplare è esposto al Museum of Modern Art di New York come «una delle sei più belle vetture del mondo»;
la Ferrari 500 F2 con cui Alberto Ascari vinse il titolo mondiale nel 1952;
la Trabant 601 del 1987, auto simbolo della Berlino Est.

L’importanza di questa immensa collezione non è racchiusa solo nel valore di questi pezzi d’epoca ma va oltre l’oggetto in quanto tale per sconfinare nella storia delle società, delle nazioni e delle culture che hanno attraversato questi due importantissimi secoli.

Le automobili esposte nelle 30 nuove sezioni studiate dallo scenografo François Confino sono infatti perfettamente calate all’interno del contesto sociale in cui hanno avuto origine, a significare quanto gli oggetti della nostra vita quotidiana, e l’auto in particolare, siano veri e propri specchi dei nostri gusti, abitudini ed idee.

Le automobili si pongono davanti allo spettatore come emblemi di un mondo che non ha mai smesso di cambiare ed evolversi e le cui trasformazioni si traducono in mutamenti e sperimentazioni in tutti i settori, dall’industria alla scienza, dall’arte alla letteratura. Rappresentano anche una memoria storica di ciò che eravamo e di ciò che stiamo diventando: dalla Fiat 500 del 1957 alla Volkswagen Tipo 1 del 1952, ossia il celeberrimo Maggiolino, fino all’Autobianchi Bianchina del 1959, utilitaria di grande classe.