Lancia Stratos Zero
concept car (1970)
La Lancia Stratos Zero è una concept car disegnata da Marcello Gandini a fine anni '60 e realizzata da Bertone nel 1970. Presentata al Salone di Torino nel 1970.
Il prototipo chiamato Zero, carrozzato da Bertone utilizza un motore V4 della Lancia Fulvia, recuperato da un demolitore, collocato in posizione centrale posteriore.
La Lancia Stratos Zero è una Concept Car, come molte altre non è mai entrata in produzione essendo soprattutto uno strumento visionario che date le sue caratteristiche non avrebbe mai pototo essere omologata per la produzione di serie.
Il prototipo della Lancia Stratos Zero disegnata da Marcello Gandini alla Berone nel 1970 è visionario e avvenieristico per molte soluzioni tecniche ed estetiche.
L'auto viene realizzata per l'esposizione al Salone dell'Automobile di Ginevra.
Per non vincolare le scelte progettuali del designer nel definire le linee della carrozzeria, tutte le parti meccaniche sono sistemate in posizione ribassata. Bertone,con questa disposizione realizza un prototipo dall’esasperata linea a cuneo alto solamente 840 mm, per una lunghezza di 3580 mm.
Si racconta che Nuccio Bertone, presentando la vettura alla Lancia, la fece passare sotto la sbarra d'ingresso del vecchio stabilimento di Torino. L’obiettivo di Marcello Gandini era quello di "realizzare un oggetto che attirasse l’attenzione di visitatori e soprattutto degli addetti ai lavori. L’importante era "far parlare di sé".
Il suo stile, le sue linee estreme e avvenieristiche sono diventate iconiche e sono di ispirazione per le automobili del futuro.
Lancia Stratos Zero è un modello speciale per il suo design incredibilmente futuristico, anche in relazione agli standard recenti. Ispirato nella particolare linea a cuneo alla Carabo del 1968 disegnata da Marcello Gandini, il concept presenta uno dei primi esempi di firma luminosa orizzontale visto nel mondo dell’auto.
La presenza delle ruote costituisce l'unico riferimento concettuale all'idea di automobile. Le sagomature laterali esasperano la linea a cuneo, e l'andamento a triangolo, sul tetto, degli sfiati d'aria, accentuano il divario visivo rispetto agli stilemi classici dell'automobile.
Il cofano posteriore è incernierato di lato e ha la forma di una freccia, mentre le luci posteriori sono formate dal semplice contorno luminoso dello specchio di coda, mentre quelle anteriori da 10 proiettori affiancati sull'affilato muso della vettura, verniciata in bronzo metallizzato.
Osservandola meglio si scoprono i vetri laterali praticamente rasoterra, mentre tutta la strumentazione è raccolta in un pannello verticale alla sinistra del guidatore.