Xerografia
tecnica di fotocopiatura
Il termine xerografia è stato coniato combinando la parola greca xeroòs (secco) e la parola francese graphie (scrittura).
La tecnica xerografica, chiamata anche elettro fotografia, è un sistema di copiatura inventato dallo scienziato americano Chester Carlson nel 1938 e brevettato nel 1942 (col numero 2297691).
Chester Carlson, impiega otto anni cercando di trovare una casa produttrice che apprezzi la validità della propria invenzione e sia disposta ad investire sul suo progetto. Fra i rifiutanti della sua proposta di realizzazione industriale della macchina fotocopiatrice si trovano la famosa casa produttrice informatica IBM e gli organismi militari statunitensi (US Army Signal Corps).
La realizzazione in serie della macchina viene poi intrapresa dalla ditta Haloid, e la tecnica prende ufficialmente il nome di xerografia. Vengono quindi immesse nel mercato internazionale le prime fotocopiatrici le cui caratteristiche verranno ampiamente apprezzate da una grande varietà di professionisti incluso artisti e designer.
La parola xerox viene registrata come marchio aziendale e la compagnia Haloid cambia nome diventando Haloid Xerox. Cambia poi nuovamente nome diventando Xerox Corporation.
Una macchina per xerografia è costituita da un tamburo di alluminio ricoperto di selenio amorfo che rotando senza essere esposto alla luce, in condizioni dove il selenio è elettricamente isolante, riceve una carica elettrica positiva mediante elettrizzazione e successivamente viene esposto all’immagine fortemente brillante dell’oggetto, fornita da un opportuno dispositivo ottico.
Le parti della superficie del tamburo corrispondenti alle zone chiare dell’immagine perdono la carica elettrica, in quanto qui il selenio diventa conduttore, mentre quelle corrispondenti alle zone scure restano cariche.
Sul tamburo viene spruzzata una polvere (toner) formata da una resina termoplastica pigmentata che, elettrizzandosi negativamente per strofinio, aderisce, per azioni elettrostatiche, alle sole zone cariche e poi si trasferisce su un foglio di carta, elettrizzato positivamente, fatto aderire al tamburo.
Infine, un breve e intenso riscaldamento fa aderire definitivamente la polvere sul foglio, con la formazione su quest’ultimo di una copia fedele dello stampato originale.
La xerigrafia è alla base delle tecniche di fotocopiatura attualmente in uso.