Ergonomia

scienza che si occupa dell'interazione tra elementi

L'ergonomia, è la scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi umani, gli oggetti e la funzione per cui questi vengono progettati (nonché la teoria, i principi, i dati e i metodi che vengono applicati nella progettazione), allo scopo di migliorare le prestazioni del sistema e la qualità d'utilizzo. In pratica è quella scienza che si occupa dello studio dell'interazione tra individui e tecnologie.

La qualità del rapporto tra l'utente e il mezzo utilizzato è determinata dal livello di ergonomia. Il requisito più importante per determinare questo livello è la sicurezza, seguito dall'adattabilità, l'usabilità, il comfort, la gradevolezza, la comprensibilità, e così via.

Un oggetto facilmente usabile e sicuro sarà più ergonomico di un oggetto di utilizzo ostico che implica grande sforzo d'uso e cognitivo.

L’ergonomia, detta anche Human Factor Engineering, è una disciplina nata in Gran Bretagna nel 1949. Fu proposta inizialmente dallo psicologo H.F.H. Murrell, come approccio progettuale che coinvolgeva studiosi di varie discipline (psicologi, fisiologi, ingegneri, medici e antropologi) al fine di tutelare la sicurezza e la salute e di promuovere il benessere delle persone sul lavoro.
Visti i risultati positivi ottenuti, la collaborazione tra le diverse discipline proseguì anche dopo il termine della guerra e si estese al settore industriale (la moderna ergonomia ha sviluppato il raggio d’azione a tutte le situazioni di vita quotidiana).

Nel 1961 videro la luce l'Associazione Internazionale di Ergonomia (I.E.A., International Ergonomics Association) e la S.I.E. (Società Italiana di Ergonomia).

Nella prima metà degli anni ‘70, si compie un’altra svolta molto importante nel campo: l’ergonomia passa dallo studio delle prestazioni di un singolo soggetto, all’occuparsi delle relazioni che intercorrono tra le persone e l’ambiente circostante. Per descrivere il rapporto tra uomo e macchina non si parla più di “adattamento del sistema” nei confronti dell’utente, ma di interazione.

Un'altro criterio per definire il grado di ergonomia è l'usabilità, definita dall'ISO (International Standard Organization) come l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti. In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui l'interazione uomo-strumento si compie.

Il termine non si riferisce ad una caratteristica intrinseca dello strumento, quanto al processo di interazione tra classi di utenti, prodotto e finalità. È però d'uso comune - per estensione - l'uso di questo termine in forma di aggettivo (es: questo strumento è particolarmente usabile).

Il problema dell'usabilità si pone quando il modello del progettista (ovvero le idee di questi riguardo al funzionamento del prodotto, che trasferisce al design del prodotto stesso) non coincide con il modello dell'utente finale (ovvero l'idea che l'utente concepisce del prodotto e del suo funzionamento).

Il grado di usabilità si innalza proporzionalmente all'avvicinamento dei due modelli (modello del progettista, e modello dell'utente).