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Porsche 911

automobile sportiva (1963)

La Porsche 911 è una vettura sportiva prodotta a partire dal 1963, nata dall'evoluzione iniziata dal prototipo T7 del 1959.
Nel corso del tempo sono state effettuate molte modifiche, ma si possono distinguere due serie fondamentali: le 911 con motore raffreddato ad aria (1963-1997) e le 911 "moderne" (dal 1998 ad oggi).

La Porsche 911 ha una storia curiosa a partire dal nome, ormai un simbolo universale, che doveva essere 901. Pochi mesi dopo la presentazione al Salone di Francoforte del 1963, i vertici dell'azienza sono costretti a cambiare nome in 911, perché Peugeot aveva registrato tutte le sigle a tre cifre con lo “zero” (0) in mezzo.

La progettazione della nuova vettura è opera di Ferry Porsche per la parte tecnica e del figlio Ferdinand Alexander Porsche (soprannominato “Butzi”) per il design e l'innovazione stilistica.

Le linee guida comportano il mantenimento dell'impostazione tecnico-stilistica della "356", con motore boxer raffreddato ad aria posteriore, ma un'abitabilità sufficiente a ospitare 4 persone. In realtà le sedute posteriori non sono comode e per questo la Porsche 911 viene definita una 2+2.

Per la definizione della carrozzeria, la proposta di Ferdinand Alexander Porsche alla fine del 1959 ha origine dal prototipo "T7" (in seguito denominato anche "754") ma non convince e le varie modifiche non rappresentano il giusto compromesso tra l'eleganza dell'aspetto e la necessità di ottenere lo spazio per i passeggeri sui sedili posteriori.

Un lungo lavoro di affinamento porta a soluzioni disparate e bizzarre, finché Butzi è costretto ad abbandonare l'iniziale punto programmatico dei 4 posti e ripiegare sulla configurazione 2+2, che consentiva di mantenere la linea di cintura iniziale, raccordando il padiglione con il cofano motore in una sola curva.
Identica soluzione stilistica era stata adottata, nel 1960, da Franco Scaglione per la "356 Carrera Abarth" che, insieme alla "T7", può essere considerata la progenitrice della futura "911".

La costruzione in serie della vettura, avrebbe consentito alla Porsche di entrare nel mercato delle Gran turismo "due litri", con un prezzo concorrenziale rispetto ai modelli costruiti artigianalmente da molti carrozzieri italiani, su auto Alfa Romeo, Fiat e Lancia.

Non è solo il design a decretare il successo della vettura, ma anche le soluzioni tecniche adottate. La storia della Porsche 911 è saldamente legata alla scelta di adottare un motore 6 cilindri boxer raffreddato ad aria, montato a sbalzo sull’asse posteriore dalla cilindrata di 2 litri.

Il successo della Porsche 911 è immediato e dopo soli 3 anni dal lancio, nel 1966, la casa di Stoccarda fa debuttare sul mercato la 911 S, che si distingue dalla primogenita per un aumento di potenza del motore sino a 160 cavalli e per i cerchi in lega Fuchs. Su tutti i modelli si passa ai carburatori Weber. 

L’anno successivo viene realizzata la Porsche 911 R, prodotta in appena 20 esemplari e caratterizzata dal motore Twin Spark da 210 cavalli e dalla riduzione di peso per l’adozione delle portiere in alluminio e del carter in magnesio.

La Porsche 911 è entrata nella storia anche grazie alla versione Targa. Presentata nel 1965, questa versione si caratterizza per la presenza del roll bar fisso che consente di rimuovere agevolmente il tettuccio e ottenere una versione cabrio.

Negli anni seguenti Porsche amplia la gamma della 911 con nuovi modelli costantemente migliorati con nuovi e più potenti propulsori e innovazioni tecniche, tra questi, alla fine degli anni '60: 911 T, 911 L e 911 S, tutti disponibili in versione Coupé e Targa. Nel 1968, per migliorare il comportamento stradale, viene allungato il passo di 6 cm (da 221 a 227 cm) e si aggiungono i modelli 911 E (140 CV) e 911 S (170 CV).

Nel 1972 nasce la 911 Carrera RS (RennSport),  con il classico 6 cilindri boxer (210 CV) e carrozzeria alleggerita, con cofani e portiere in alluminio. La Carrera RS in versione Touring con interno simile a quello delle 911 S e Sport, ha un allestimento interno semplificato per ridurre ulteriormente il peso.

Nel 1973 vengono realizzati otto esemplari da competizione denominati 911 Carrera RSR. Questi modelli, affidati ai team Brumos e Penske, gareggiano in alcune prove del Campionato Mondiale per vetture sport. Alla prima prova nella 24 Ore di Daytona, i piloti Peter Gregg e Hurley Haywood del team Brumos ottengono la vittoria. Altri successi si aggiungono con la conquista della Targa Florio e della 12 Ore di Sebring.

Nel 1975 nasce la 911 Turbo o Turbo Carrera dotata di motore di 2994 cm³ a iniezione meccanica e sovralimentato con turbocompressore. La potenza sviluppata è di 260 CV.

Nel 1978 una Porsche 911 Carrera 3.0 Gruppo 4 "privata" vince il Rally di Montecarlo con il pilota Jean-Pierre Nicolas, battendo le vetture dei Team ufficiali come la Lancia Stratos HF di Sandro Munari. Raramente un pilota privato batte le vetture ufficiali, ciò è avvenuto solo 2 volte nella storia del Rally di Monte Carlo.

Nel 1983 le versioni coupé e targa sono affiancate dalla 3.0 SC Cabriolet, la prima 911 con tetto in tela ad apertura totale.

Nel 1984 la 911 SC lasciano il posto alla 911 Carrera 3.2, pressoché invariata esteticamente, riprende il nome "Carrera" e riserva importanti novità tecniche nella parte meccanica: cilindrata portata a 3164 cm³, alimentazione a iniezione elettronica anziché meccanica e potenza di 231 CV. La 911 Carrera 3.2 è prodotta in versione coupé, targa e cabriolet fino al 1989.

La serie delle 911 con motore raffreddato ad aria chiuse la produzione nel 1997.